Stasera al circolo Arci Tunnel di Reggio Emilia inaugura Remikks Potpurri: una serie di concerti dal nome cacofonico, che nasce con l’intento di mixare e mescolare generi e stili non sempre affini, per creare una composizione multiforme che vuole trasmettere una meravigliosa armonia possibile.

Il primo ospite sarà Murubutu, un nome tribale che ci ha subito incuriosito e a cui abbiamo deciso di fare qualche domanda per capire se possiamo diventare amici.

– Presentati ai lettori della NERTO/zine (considera che è gente un po’ terra terra, quindi per favore non usare parole difficili).
Ciao a tutti. Sono Alessio in arte Murubutu, sono un cantastorie che usa il rap come mezzo espressivo.

– Ci spieghi il tuo nome d’arte?
Murubutu è un termine che deriva da Marabutto, in Africa designa una figura sciamanica in grado di guarire mali fisici e sociali.

– Ci consigli un libro da chiedere a Babbo Natale?
Ho appena finito  “¡Ecue-yamba-O! ” di Alejo Carpentier, consigliatissimo a chi ama la letteratura sud-americana.

– Nella tua carta d’identità, alla voce professione, c’è scritto “Insegnante” o “musicista”. Ed è così che ti senti?
C’era scritto musicista quando non mi esibivo sui palchi. Adesso che mi esibisco c’è scritto insegnante.
Io sono un insegnante di giorno e spesso un cantastorie di notte.

– Dai, dai, aneddoto figo che ti è successo ad un concerto.
L’ultimo è stato di recente al teatro Duse di Modena, mentre mi esibivo sul palco vedevo a due metri Guccini che mi ascoltava nel backstage.

– Gestisci da solo i tuoi social? Quanto tempo in media trascorri su Facebook in una giornata?
Si li gestisco io, gli dedico almeno un’ora distribuita nell’arco della giornata.

– Mio cugino sostiene che oggi i cosiddetti “musicisti indie” parlano solo d’amore e di cose private, mentre i temi sociali sono appannaggio dei rapper. A parte il fatto che mio cugino è una di quelle persone che usano la parola “appannaggio”, sei d’accordo con lui? Perchè?
 Sono d’accordo con tuo cugino nel senso che anch’io uso spesso quella parola. Non ascolto indie. Se tuo cugino pensa che i temi sociali siano appannaggio dei rapper in realtà tuo cugino sei tu e ti voglio bene perché la tua concezione del rap si è fermata agli anni ’90.

– La canzone di un altro che avresti proprio voluto scrivere tu.
“Incontro” di Guccini, “Carlo Martello torna dalla battaglia di Poitiers” di De Andrè e Villaggio, “Quando è moda è moda” di Gaber



– Scusa, una ricerca sociologica nostra, bevi caffè? E se sì come usi ammazzarlo dopo?
Non bevo più  caffè da tempo. Anni fa mi ero imposto di eliminare lo zucchero dal caffè, non ci sono riuscito. Ho eliminato il caffè.

– Ok, ti lasciamo andare ma soltanto dopo che ci hai fatto il nome di un artista da tenere d’occhio (vanno bene anche non “musicali”)
Vi consiglio di tenere d’occhio Roby il pettirosso, è un illustratore, pittore e scultore. Lo troverete sul palco con  me giovedì 23.11 al Tunnel di Reggio Emilia. Disegnerà in digitale le mie storie, in tempo reale.

Se volete altre info sull’evento le trovate qua.

TUTTI LE DATE DI MURUMBUTU