Maggio 2017, Repubblica intervista Simon Reynolds, il critico musicale più influente degli ultimi 150 anni, noto anche per aver dato alle stampe il saggio Retromania, sulla tendenza alla nostalgia che sembra sempre più irreversibile, non solo nella musica, ma anche nella politica, nelle aspirazioni e nei sogni delle persone. Intervista molto bella, che potete recuperare qui. Ad un certo punto l’intervistatore chiede a Reynolds che musica ama ascoltare oggi. E il primo nome che il guru fa è quello di un’etichetta italiana, ArteTetra, che, spiega Reynolds, “proviene da un paese vicino a Bologna” e “produce un tipo di musica vicino alla Fourth World Music, in stile Jon Hassell. Infatti la definiscono ‘musica del quinto mondo’ perché Internet è un nuovo livello. Ha un sapore esotico, prendono cose da tutto il mondo senza timore di contaminazione: non vogliono essere fedeli alla storia della musica ma stanno cercando di creare una commistione fantastica”. Il paese da cui provengono è in realtà Porto Potenza, che certo visto dall’America in effetti deve apparire piuttosto vicino al capoluogo emiliano. Perdono a Reynolds di aver svilito il mio marchigian pride e provo a mettermi in contatto con Matteo e Luigi, i due fondatori di ArteTetra. Li trovo impegnati a preparare la loro partecipazione al Club2Club di Torino che è una specie di Mecca dell’elettronica. Insomma tra le lodi di Reynolds e il Club2Club stanno vivendo un periodo fantastico, si può dire che gli mancava solo l’intervista di Nerto per toccare il cielo con un dito. E direi che ci siamo.

Ragazzi potete spiegarci che cosa fa la vostra etichetta con le stesse parole con cui lo avete spiegato ai vostri genitori?

Praticamente nei pomeriggi che non abbiamo niente da fare ci mettiamo su internet e appena troviamo un tipo matto che suona una musica un po’ esotica che ci prende bene (tipo lui) gli scriviamo se vuole fare una cassetta con noi e poi se dice sì facciamo fare un po’ di audiocassette (prima le facevamo da soli copiandole una alla volta poi abbiamo capito che il tempo è denaro e adesso le facciamo all’estero così non paghiamo la Siae eheh). Poi scriviamo a tutti i nostri amici su internet se ci fanno le recensioni così poi vendiamo tutto. Di solito non vendiamo nulla, però ci facciamo gli amici su internet. A questo punto di solito ci dicono che finché ci divertiamo e andiamo bene a scuola possiamo continuare.

Parlando di ArteTetra si parla spesso di “Quinto Mondo”… abbiamo provato a metterlo su Google maps ma senza successo. Mi date qualche indicazione su come trovarlo? C’è un flixbus che passa in zona?

Eh guarda, noi erano un tot di anni che cercavamo un posto dove andare in vacanza. Abbiamo iniziato con il terzo mondo ma dopo un po’ c’era troppa gente e poi è sporco; poi abbiamo scoperto il quarto mondo che si stava bene però costava troppi soldi: prima era tutta campagna ma dopo che Brian Eno e Jon Hassell hanno iniziato a costruirci i loro alberghi futuristici costava troppo per noi. Fortuna che abbiamo trovato ‘sto quinto mondo guarda! Ci andiamo tutte le estati che ancora non ci vanno in tantissimi. Costa ancora poco ed è ancora abbastanza incontaminato. La musica spacca e si mangia benissimo. Certo è un posto un po’ freakettone e ci sta un sacco di gente strana però alla fine non è male. Simon Reynolds ci ha comprato casa là. A volte facciamo le grigliate insieme e poi gli laviamo i piatti. Per arrivarci ancora non c’è flixbus credo. Anche perché non abbiamo capito bene dove sta. Di solito partiamo in bicicletta da Porto Potenza e poi verso Macerata cominciamo a chiedere. Tanto ogni volta uno ti dice una strada diversa che perché secondo lui si fa prima.

 

Quando il nostro scout di eventi su Nerto ha visto il nome di ArteTetra tra gli headliner della prossima edizione del Club2Club di Torino ha deciso di smetterla con la sigaretta elettronica pimpata. Invece è tutto vero, complimentoni. Come è successo e che cosa porterete?

E’ successo che già ci avevano chiamati quest’estate per partecipare all’annual summit di Italian New Wave e dopo una settimana circa ci hanno ricontattati per partecipare alla serata del 2/11 aka festa dei morti e noi abbiamo detto: ok. Il set è nato un po’ a caso a Bologna dove “mixavamo” cassette. Alla reggia di Venaria abbiamo fatto un set un po’ più elaborato, praticamente abbiamo aggiunto un delay così tra una cassetta e l’altra il passaggio era più piacevole. A club2club faremo una roba del genere, il duo cambia e diventa un trio formato da Matteo che smarmellerà cassette, Nicola che si occuperà dei visuals ed Edoardo che suonerà qualche percussioncina che può accompagnare solo.

 

Grande successo in Italia e all’estero. Ma il pubblico marchigiano come risponde alle vostre produzioni?

Sono tipo due anni che vorremmo organizzare una seratArtetetra nelle Marche (che ci piacerebbe chiamare OMG!isthisyouinthispic?don’tclick festival) e ancora non ci siamo riusciti, principalmente perché ci accorgiamo sempre troppo tardi che sarebbe ora di farla. Comunque diciamo che nelle Marche (e per Marche intendiamo quella fascia che va da Senigallia a Porto Potenza e si sviluppa all’interno fino a Jesi e Macerata) vanno forte i gruppi noise che fanno tanto rumore perché c’è tanta campagna quindi puoi fare le prove ad alto volume e non ti rompe nessuno (di solito). Noi facciamo più robe tipo sonetti piccolini da ascoltare in cuffia o dal walkman a volumi bassi che sennò dai fastidio ai vicini quindi di solito se suoniamo stiamo sempre in apertura.

Pubblicate i vostri lavori in musicassetta: vezzo stilistico, pura nostalgia o c’è dell’altro?

Di base non abbiamo i soldi per stampare dei vinili ma anche se li avessimo ci caghiamo addosso di fare un uscita in vinile e rischiare di non vendere nulla. Comunque viviamo in monolocali in affitto talmente piccoli che una singola release in cassetta occupa già tutto lo spazio. Nostalgia direi di no. Direi più logistica e senso pratico. I vinili a parte essere costosi e ingombranti danno un sacco di responsabilità e serietà a un’uscita. Le nostre non possono avere né l’una né l’altra.

Il punto è che sono andato sia da Euronics che da Trony per comprare un Walkman, ma la ragazza del reparto non ne aveva mai sentito parlare. Allora ho provato al Lidl, tra i pacchi di mutande da 8 e il decespugliatore da interno, ma niente da fare. Mi consigliate dove acquistarne uno?

Mah guarda, alla fine secondo noi hai guardato nei posti sbagliati. Se vai nei mercatini brutti quelli che vendono tutta la roba buttata via nei traslochi tipo le vhs di Bambi, i busti del duce, magliette tipo “un uomo senza pancia è come un cielo senza stelle” o le statuette degli angeli in porcellana sporca, te li tirano dietro a cinque neuri circa (di solito sono famosi per spaccarti le cassette o essere rotti – portatevi pile e cuffie per testarli).
Comunque tua nonna di solito ce l’ha e ci ascoltava le cassette di Padre Pio che davano insieme a Gente negli anni novanta. Di solito sta nel cassetto del comodino stile austerity vicino al letto che puzza di muffa.
Poi va be’ tipo su Subito e affini puoi trovare i mitici annunci “vendo doppia piastra di mio padre perché mi ci devo comprare la droga,chissà come cazzo si usa” oppure “vendo mixer a cassetta degli anni tot in buone condizioni anche se gli mancano un paio di manopole, l’alimentazione va cambiata e non so se funziona, comunque il deck delle cassette tanto non si apre” (questo è un annuncio vero). La cosa più bella è andare a comprarlo e vedere la faccia del tipo che in genere non può credere di averlo venduto.

A proposito: nel dibattito sulla nostalgia di cui parla Reynolds nel suo Retromania, voi come la pensate: tutto è già stato fatto e sentito o c’è ancora spazio per le novità?

No dai alla fine secondo noi ci sarà sempre spazio per delle cose che suonano pazzesche e fuori di testa. Alla fine non è che bisogna avere una pretesa di novità assoluta eh. Spesso fare la stessa cosa di nuovo e di nuovo con la voglia di trovare una scorciatoia trova nuovi impieghi a cose fatte e rifatte. La musica etnica è un esempio perfetto: questi selvaggi suonano una musica che c’ha solo cinque note da millemila anni e solo in rituali agrari sperduti nelle colline per ventidue ore di fila e si puliscono il culo con le mani; ma poi uno di questi indigeni si rompe le palle ci mette un delay e ecco finalmente qualcosa di nuovo (true story). L’importante è avere pazienza e qualcosa di divertente e nuovo viene sempre fuori.

Avete anche un gruppo, i Babau: come sta? Che fa?
Babau sta a bomba. Ha un po’ una crisi di identità perché dopo anni di post-rock era riuscito finalmente a trasferirsi alle Hawaii ma poi ci ha ripensato quasi subito gli ha preso la depressione tropicale, ora ha scoperto il fantastico mondo delle residenze artistiche e s’è trasformato in un supergruppo di cinque elementi e fa una roba tipo Pink Floyd versione midi o Can giocattolosi e ancora non ha deciso bene il nome ma si chiama Babau fam o Babaustamm. I progetti sono tanti e tutti abb fallimentari tipo andare a registrare un disco in Indonesia o fare un tour in Giappone. Alla fine ci si diverte, tanto prima o poi si dovrà trovare un lavoro vero pure lui.

 

Qual è il disco (o a questo punto la cassetta) che vi ha cambiato la vita?

LUIGI: Che mi ha cambiato la vita non lo so… Però da quando ho scoperto 936 dei Peaking Lights mi faccio molte più canne.

MATTEO: Ogni cosa che fa uscire Sun Araw mi fa venire voglia di suonare come suona lui (ed è sempre un fallimento).

Qualcosa di attuale, non della vostra etichetta, che vi va di consigliarci?

LUIGI: Boh, di recente direi Toke Picabia di Delmore Fx

MATTEO: Frere Tuck, Nicolas Gaunin, Accou, Uwalmassa

Una domanda leggera per chiudere: cosa volete fare da grandi? 

LUIGI: Io vorrei fare l’astronauta ma mia madre mi dice che non mi prenderanno mai perché non faccio sport. Stiamo a vedere.

MATTEO: sono già grande!

Qualche link per scoprire di più su ArteTetra:

Bandcamp /Soundcloud / Facebook

 

Qua trovate tutte le date dei loro prossimi live:

ARTETETRA

BABAU