Circa due mesi fa, intenti nello scartabellare il grande faccialibro in cerca di qualche novità, ci siamo inbattuti in un promo di un festival di cui non avevamo mai sentito parlare. Nel video venivano mostrati loschi figuri intenti nel passarsi un flyer a mo’ di staffetta che scoprimmo soltanto alla fine essere proprio (ma guarda un po’) quello del festival in oggetto. Il tutto ripreso dentro vari scorci del capoluogo dorico dalla visuale discreta e fluttuante di un drone. Ve lo proponiamo qua sotto.
Incuriositi da questa novità MADE IN ANCONA, siamo andati alla ricerca delle menti dietro l’organizzazione del festival e gli abbiamo fatto qualche domanda. Ecco le loro risposte impeccabili:
– Come nasce ONE MORE FESTIVAL? Da chi è organizzato?
One More Festival nasce dopo anni di esperienza nel settore di organizzazione eventi. La gestione artistica, economica ed operativa del festival è affidata ad un gruppo di quattro giovani universitari che, nel corso degli ultimi sette anni, ha organizzato e co-organizzato più di 50 eventi di medio-grandi dimensioni, con qualsiasi tipo di target, sia in location pubbliche che private. Ciononostante One More Festival è un evento totalmente innovativo rispetto al passato, sotto vari punti di vista: soprattutto per il target, che sarà esclusivamente maggiorenne, per la qualità dei palchi presenti al festival e per il numero di artisti coinvolti (più di 15).
– Una Line-Up quasi totalmente fatta di autoctoni, come mai?
Per questa prima edizione si è scelto di rimanere abbastanza radicati sul territorio, dunque la maggior parte dei deejay è di origine anconetana, ma non mancano figure nuove. Ci sono almeno 4 deejay di grande esperienza che non hanno mai suonato ad Ancona. Anche per gli anni futuri, dal punto di vista artistico, abbiamo intenzione di creare un mix tra artisti autoctoni ed esterni, dunque il festival rimarrà, almeno in parte, connesso con il contesto che lo ospita. Questa è una scelta consapevole: crediamo fermamente che ogni iniziativa economica debba contribuire a sostenere e migliorare il territorio in cui si instaura. Inoltre, noi organizzatori crediamo che vi siano molti artisti talentuosi ad Ancona che hanno solo bisogno del giusto “palcoscenico” per esprimersi al meglio. Ci piacerebbe se questo palcoscenico in Ancona diventasse proprio il One More.
– Qual è la difficoltà più grande che avete dovuto superare nell’organizzazione dell’evento?
È impossibile parlare di una sola difficoltà. Si dovrebbe parlare delle difficoltà legali e burocratiche, della pesantissima tassazione, della difficoltà a far percepire la qualità ai possibili clienti, della selezione dei fornitori etc… ma non voglio essere noioso. Organizzare eventi è uno dei mestieri più difficili e sottovalutati in assoluto. Certo è che chi organizza un festival deve sopportare un carico di stress incredibile e possedere numerosi abilità, soprattutto connesse al problem solving. Durante l’ideazione, la pianificazione e la realizzazione di una manifestazione può succedere davvero di tutto… e quando intendo “tutto”, intendo proprio TUTTO!
– Vi siete ispirati ad altri festival? Se si quali?
Seguiamo attentamente le evoluzioni di moltissimi festival giudicati dagli addetti ai lavori best-in-class, a livello nazionale e internazionale. Ad alcuni di essi abbiamo anche partecipato fisicamente. Sul piano internazionale, analizziamo gli eventi organizzati dalla ID&T, per quanto riguarda l’aspetto scenografico e gli effetti speciali (Sensation, Tomorrowland, Misteryland…), lo Sziget e l’Awakenings per quanto riguarda l’atmosfera e l’organizazione del venue, altri festival ancora per quanto riguarda la comunicazione online (specie l’EDC el’Ultra Music di Miami). Sul piano nazionale seguiamo le mosse del Nameless e del Wish Italia, per quanto riguarda il segmento mainstream e del MIF e del Futur Festival per quanto riguarda il segmento underground.
Non stiamo organizzando nient’altro che una festicciola di compleanno rispetto ai colossi appena citati… eppure ci piacerebbe nel lungo periodo creare un qualcosa di simile, dal punto di vista qualitativo, anche se in scala ridotta e ovviamente con delle caratteristiche differenti rispetto al resto dell’offerta. Sotto molti punti di vista, ci siamo già allineati ad alcuni tra i più eventi importanti in Italia (soprattutto dal punto di vista tecnico e coreografico: vedere e sentire per credere!).
– Qual è il futuro che vedete per il festival?
Nell’immediato futuro One More Festival vuole innanzitutto fungere sempre più da “cassa di risonanza” per numerosi artisti locali e aiutare lo sviluppo e la promozione del territorio. L’obiettivo di medio-lungo termine è quello di ampliare considerevolmente la portata del festival. A tal fine si proverà, attraverso l’aiuto di alcuni investitori interessati al progetto: a prolungare la durata dell’evento, a collaborare con artisti di rilievo nazionale (e perché no? internazionale), ad introdurre più live performance e a inserire all’interno della location spazi espositivi, piccole mostre e sempre più realtà enogastronomiche e legate alla club culture.
Se vi siete incuriositi, i ragazzi di One More Festival vi aspettano domani sabato 17 GIUGNO ai giardini del Palaprometeo Estra, al lato dello stadio del Conero.