Oggi c’è l’anteprima, poi da domani, giovedì, scatta la sesta edizione di Weekendoit, il festival dedicato allo scintillante mondo dell’artigianato digitale e alla condivisione dei saperi tradizionali e innovativi. In programma ci sono una ventina di workshop e un sacco di eventi collaterali, quasi tutti ospitati dentro le mura della Mole di Ancona, fino al clamoroso market di domenica 21 che come da tradizione chiude in bellezza l’appuntamento. Abbiamo preparato un piccolo vademecum per aiutarvi ad entrare meglio nel mood del festival. Ecco a voi le 10 cose da sapere per non arrivare impreparati al Weekendoit 2019.

1 – I workshop. Il fulcro del festival. Tutor importanti, che di lavoro non fanno i formatori ma sono essi stessi maker, artigiani, creativi, imprenditori. Vengono da tutta Italia, in alcuni casi anche dall’estero, per tramandare le loro conoscenze. Quest’anno il bouquet comprende una ventina di corsi, quattro di tipo teorico, il resto sono tecnici e pratici. Ogni workshop costa 25 euro, che è pochissimo rispetto ai prezzi abituali per questo tipo di corsi, alcuni sono già sold out perchè per farli funzionare bene i posti sono limitati. Per conoscere gli argomenti, prenotare e verificare le disponibilità c’è il sito.

2 –I corner speciali. Accanto ai workshop ci sono delle postazioni fisse e disponibili ogni giorno da giovedì a domenica. Quest’anno ad esempio troveremo i ragazzi di Rifò, start up di Prato che trasforma scarti tessili in nuovi capi di abbigliamento. Oppure ci sarà Massimo Baldini, grande esperto di Tinture naturali. E ancora il Fabric Lounge allestito da Scataglini, fantastica realtà di Castelfidardo, o ancora l’angolo Siteground, dedicato al mondo dell’e-commerce. Tutti questi professionisti saranno a disposizione per dispensare preziosi e strategici consigli per la nostra attività.

3 – Gli eventi collaterali. L’occasione per presentare cose belle al folto pubblico del festival. Mercoledì alle ore 18 la presentazione del libro “La Misura di Tutto” di Camilla Ronzullo aka Zelda Was A Writer. Oppure venerdì sera, ore 20, negli spazi di C-Lab design in Via Magenta, inaugurazione della mostra di Naomi Vona, artista italiana di stanza a Londra, che esporrà i suoi foto collage creativi. La mostra resterà in piedi fino a settembre, così come quella che si apre sabato nello show room di Contemporaneo, in piazza del Papa, dedicata ai 100 anni dalla nascita dello stile Bauhaus. Dodici giovani artigiani provenienti da tutta Italia hanno deciso di rivisitare le loro produzioni in chiave Bauhaus. Chi ha visto l’esposizione in anteprima dice che merita davvero tanto.

4 – Lo show case Market della domenica. Tutto è bello, ma il finale è imperdibile. Come ormai da tradizione, l’ultimo giorno del festival è dedicato al nuovo artigianato di qualità. Gli spazi della mole a disposizione dei tutor e di tanti artigiani selezionati per la qualità e l’originalità delle loro produzioni. Dalle 11 alle 21. Anche perchè, non vorremmo mettervi ansia, ma è ora di cominciare a pensare ai regali di natale…

5 La location. La Mole Vanvitelliana, detta anche Lazzaretto, è stata eretta nel XVIII secolo su progetto dell’architetto Luigi Vanvitelli, quello della Reggia di Caserta. Originariamente fungeva da fortificazione a difesa del porto, deposito per le merci e luogo di quarantena per chi giungeva in città da zone ritenute non sicure. Il suo fascino è dovuto anche alla caratteristica forma pentagonale e ai tanti riferimenti simbolici in essa contenuti. Nel 1997 il Comune ha comprato l’edificio cominciando una preziosa opera di restauro. Oggi il Lazzaretto ospita il Museo Tattile Omero e diverse altre importanti realtà cittadine. E’ inoltre teatro di numerosi eventi a carattere culturale. Tutto ciò, scopiazzato da Wikipedia, lo diciamo così, tanto per geolocalizzare l’evento.

6 – Che stories! Chi non potrà essere fisicamente presente al Weekendoit potrà comunque vivere in qualche modo la manifestazione seguendo i canali Facebook e Instagram del festival, che cercheranno di raccontare con foto, video e dirette tutti i momenti salienti. E a tal proposito, circoletto rosso sul workshop di sabato alle ore 15 con Paolo Isabettini che ci insegnerà a sfruttare al meglio tutte le potenzialità di Instagram per fare in modo che chi ci segue abbia sempre un motivo per farlo.

7 – Photoboot. Spazio fisso di Weekendoit è l’angolo delle foto, quest’anno affidato agli ideatori della pagina Facebook Meme Marchigiani. E ci sarà da divertirsi. Perchè, come dice Gaia Segattini: “I nostri contenuti sono molto seri, ma ci piace fare un po’ gli scemi”.

8 – Ma come chi è Gaia Segattini??? E’ la donna che ha inventato Weekendoit e senza la quale tutto ciò non sarebbe possibile. Designer, consulente aziendale, blogger e giornalista, da dieci anni ha deciso di occuparsi di nuovo artigianato. Lei stessa è una maker, date un’occhiata al suo progetto Knotwear. Soprattutto, Gaia conosce chiunque valga la pena conoscere e grazie alla sua rete riesce a portare ad Ancona persone che sennò col cavolo.

9 – Tuttavia Gaia è anche una persona gentile. Alla vigilia del festival, il giorno in cui l’esaurimento nervoso raggiunge l’apice, ha accettato di farsi una chiacchierata con Nerto (che non a caso è media partner dell’evento). E’ molto contenta di vedere che la sua creatura è cresciuta negli anni, di pari passo con la crescita dell’intero settore. “Nel tempo è migliorata l’organizzazione, la qualità delle proposte, si è ampliata la platea. Se all’inizio eravamo un evento di carattere prettamente locale, pian piano ci siamo allargati al centro Italia, poi abbiamo fatto breccia al nord e finalmente ora riusciamo ad abbracciare anche belle realtà del sud Italia, cosa che mi fa molto piacere. Sia i tutor sia gli artigiani che espongono la domenica, sia soprattutto il pubblico, oggi, proviene veramente da ogni parte d’Italia. E’ che nel frattempo è cresciuta anche la consapevolezza. Qui non si parla semplicemente di hobbisti, ma di persone che hanno trasformato una passione, una intuizione, in una impresa capace di sostenersi economicamente. Quindi se all’inizio il nostro compito era soprattutto quello di raccontare una nuova realtà in espansione, oggi che la percezione è più solida possiamo permetterci di approfondire e alzare il tiro. Poi, alla base c’è sempre il tentativo di far capire che niente è più bello di creare un qualcosa con le proprie mani. Che poi ciò si trasformi in un lavoro o resti soltanto l’occasione per un pomeriggio divertente, quello dipende da noi”.

10 – Il consiglio di mia nonna. “Comanda e fai da te, sarai servito come un re” che secondo me come conclusione ci sta bene.

 

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