Chi non ha visto “HER”, il film del 2014 che ha fatto salire Spike Jonze di un altro gradino verso l’Olimpo dei migliori registi di sempre?

Se non l’avete ancora visto vi consigliamo di rimediare al più presto, ma intanto vi facciamo un piccolo spoiler: parla di uno che si innamora del sistema operativo del suo telefonino. Incredibile vero? A quanto pare neanche troppo.

Infatti una recente ricerca condotta da Mindshare (una company statunitense di servizi di marketing) e J. Walter Thompson (una tra le agenzie pubblicitarie più grandi del mondo), rivela che un sorprendente numero di utilizzatori di smartphone molesta il proprio aggeggio con avances e altre sconcerie.

Il report, intitolato “Speak Easy: The Future Answers to You”, esplora un ampio spettro di ricerca sull’attitudine degli utilizzatori di telefonini circa le tecnologie di riconoscimento vocale e “natural language processing” (traducibile in processamento del parlare in maniera naturale) con una particolare attenzione ai nuovi prodotti vocali, chiamati voice hardware, come ad esempio quel cilindrotto malefico di Amazon Echo che risponde al nome di “Alexa”.

In una sezione chiamata Craving Intimacy (voglia di intimità), il report si sofferma sul desiderio degli utilizzatori di interfacce vocali di avere una connessione più profonda con il proprio assistente vocale. La maggior parte degli utilizzatori (60%) afferma che se questi ultimi fossero capaci di comprendere maggiormente stati d’animo ed emozioni di chi li utilizza sarebbero più propensi a parlarci.

Come fanno notare gli autori della ricerca, la situazione si complica parecchio perché con l’aumentare delle abilità degli assistenti vocali e le integrazione di servizi, aumenta drammaticamente anche la potenzialità che questi hardware possano essere usati per scopi dannosi da parte di malintenzionati, il che comporta un alto grado di fiducia – un aspetto emotivo che richiede un abbassamento delle proprie difese e una propensione a rendersi vulnerabili.

Una pagina della ricerca

Come affermato da uno degli intervistati nella ricerca, ” Puoi creare fiducia,assicurandoti che nessuno stia violando la tua privacy mentre stiamo facendo cose fantastiche attraverso i nostri assistenti vocali”.

Non c’è da stupirsi quindi se alcuni utilizzatori di queste tecnologie abbiano iniziato a fantasticare a livello sessuale con Siri o Alexa? Secondo alcuni esperimenti di neuroscienze discussi nel report, “la risposta emotiva attraverso assistenti vocali è considerabilmente più bassa rispetto a una relazione faccia a faccia o ad un’interfaccia tattile o testuale” ma il livello di comfort e familiarità che gli utenti riescono a raggiungere con un utilizzo continuo è maggiore.

E quando c’è familiarità e comfort, l’inciucio è dietro l’angolo, anche quando stiamo parlando di pezzi di silicio:

Più di un terzo (37%) degli utilizzatori regolari di tecnologie a controllo vocale dicono di amare così tanto il proprio assistente vocale che desidererebbero fosse una persona reale. Ancora più stupefacente è che più di un quarto degli intervistati dichiarino di aver avuto fantasie sessuali riguardo il proprio assistente vocale.

Al di fuori di questo dettaglio piccante, il resto della ricerca è molto interessante e palesemente orientato ad asfaltare la strada verso un futuro in cui controlleremo sempre di più i nostri oggetti semplicemente parlandoci. Se volete approfondire lo trovate qui: http://www.mindshareworld.com/sites/default/files/Speakeasy.pdf

Siete già corsi a dire cose oscene al vostro smartphone in bagno?

– via DangerousMind