Di sigarette elettroniche oramai se ne parla da un pò. Il fenomeno è invisibile agli occhi per chi non si interessi alla questione dato che questa cannuccetta tecnologica fatta di nicotina e silicio rimpiazza silenziosamente ed in maniera perfetta la vecchia cancerosa.
La manifestazione più visibile del loro ingresso sul mercato sono i franchising rivenditori di e-cigarettes che se la battono in quanto a cattivo gusto e vivacità di proliferazione solo con i Compro Oro, luoghi di culto della crisi in corso.
Dell’impatto rivoluzionario della sigaretta elettronica sembra che se ne siano accorti proprio tutti, dai medici di famiglia fino al caro Emanuele Filiberto di Savoia, che galvanizzato dai suoi effetti benefici ha deciso di prestarsi per la sua propaganda in maniera schietta e spontanea, promuovendo valori imprescindibili per la società contemporanea che solo un principe dal sangue ble poteva diffondere…
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Il funzionamento di quest’apparecchio è molto interessante, il suo impatto sulla salute miracoloso e rispetto alle vecchie fumate di zolfo e catrame ricavate dalla combustione del tabacco ha il grosso vantaggio di poter essere sfacciatamente praticato anche in chiesa, nelle sauna o mentre fate la benza alla panda.
Ma queste basicità ricavate dall’influsso del progresso non ci interessano.
Quello che ci interessa è che ovviamente qualcuno ha già trovato il modo per ricaricare le cartucce delle e-cigarette con del buon THC aprendo la strada a delle sperimentazioni psichedeliche inaspettate. Tutti gli amanti del genere infatti potranno concedersi meritati momenti di divagazione cerebrale in qualsiasi posto e in qualsiasi momento, senza il rischio di essere intercettati dallo sguardo accusatorio dei pensionati benpensanti. Questa soluzione infatti elimina qualsiasi caratteristica esteriore legata al fumarsi le canne.
Via la parte dell’imbosco per farla su. Via le zaffate di ganja che ingolosiscono il circondario.
Youtube è già appestato di tutorials e guide tecniche su come imbroccare questo nuovo hobby:
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Ora quello che ci chiediamo è, cosa succederà a tutto quell’immaginario che è legato al mondo dello spinello e della canna?
Gli spliffoni di ganja dei rastafariani della jamaica diverranno soltanto un lontano ricordo? E le cartine saranno sempre più difficili da trovare?
Per non parlare del mondo del fumo in generale… cosa ne rimarrà di Humphrey Bogart e di tutte quelle sigarette fumate in nome delle multinazionali del tabacco?
E degli accendini? La scusa di chiedere da accendere non sarà più un opzione contro la nostra timidezza?
Probabilmente ci dovremo inventare qualcosa di nuovo. O meglio, qualcuno lo ha già fatto.