Klang è un aeroplano che vola sulle Marche sganciando bombe musicali devastanti.
Colpisce punti sensibili, come auditorium e teatri, ma non risparmia luoghi più insoliti come chiese e università. La strategia di Amat e Loop è chiara: se tu non ti avvicini alla musica, sarà lei a venirti a cercare. Ok, vengo al dunque. Sabato sera (5 maggio), per la rassegna “Klang-Altri spazi, altri suoni”, presso il teatro di Montecarotto (ore 21,30) saranno di scena Jessica Moss e il duo Pupillo-Pilia. Violinista, corista e co-autrice in band di culto quali Thee Silver Mt. Zion Memorial Orchestra e Black Ox Orkestar, Jessica Moss presenterà a Montecarotto il suo primo disco solista “Pools of Light”. Massimo Pupillo degli Zu e Stefano Pilia (chitarrista tra i più apprezzati in Italia, ha suonato fra gli altri con Massimo Volume e Afterhours) presenteranno invece il loro primo lavoro in duo: Dark Night Mother, che definiscono un “live set musicale in forma di rito al lato oscuro della Grande Madre”. Li abbiamo contattati per capire un po’ meglio di che diavolo si tratta.
Ciao Stefano, ciao Massimo! Riti, lati oscuri, ma c’è da avere paura? Ci saranno sacrifici umani o è tutto cruelty free?
“Ci saranno dei sacrifici vegani. Sacrificheremo del Tofu”.
Evviva! Leggendo le note del vostro progetto, ho visto che vi siete conosciuti a Bologna. Poi c’è scritto anche che avete registrato una chitarra, di notte, in un villaggio indigeno Shipibo dell’Amazzonia Peruviana. Che diavolo ci facevate lì?
“Eravamo andati a partecipare ai campionati mondiali di gioco dell’Oca”.
Figo, però io intendevo che diavolo ci facevate a Bologna. Scherzi a parte, so che a Bologna avete piantato la vostra base. Pensate che sia ancora una città stimolante, creativa, vivace, adatta a chi fa musica?
“No ma è piena di gelaterie buonissime. E si va molto in bicicletta”.
La vostra musica è un po’ difficile da classificare, al che uno se la cava dandovi degli sperimentatori. Vi piace?
Strano, noi pensavamo di essere i nuovi Stadio
Qual è il disco che state consumando in questo periodo per quanto vi piace? Un titolo a testa…
Massimo: “Works di Abul Mogard”
Stefano: “Il primo ep di Black Fanfare”
Ora però per par condicio(!), dovreste parlarci male di un collega musicista, o dirci il titolo di un disco che vi ha profondamente deluso.
Massimo: “Troppo facile parlare male per cui ti rispondo invece che il nuovo album dei Father Murphy secondo me è un capolavoro”.
Stefano: “Ho letto che Dylan ha prodotto del whisky “d’autore”. Questa cosa mi ha messo molta molta tristezza. E’ stato il primo concerto a cui ho assisitio quando avevo 12 anni”.
Avete un curriculum pazzesco, pieno di esperienze esaltanti, incontri, collaborazioni… roba che in un paese serio dovrebbe intervistarvi Fabio Fazio non certo Jorge Caraballo. D’altronde in un paese serio dovrebbe starci Jorge Caraballo su Raiuno la domenica sera ad intervistare Toto Cutugno, non certo Fabio Fazio. Insomma ci dite qual è stato finora il momento più indimenticabile della vostra carriera?
Massimo: “Quando a Mostar nel 2001 una ragazza dopo un live degli Zu mi ha detto che era stata triste tutto il giorno pensando alle persone che aveva perso ma che il nostro concerto le aveva dato l’energia per andare avanti”.
Stefano: “Mmmm ce ne sono tanti, ora così mi viene in mente un’immagine di un concerto con Rokia Traorè ad Amsterdam in un parco al tramonto. Ballavano tutti, anche sul palco, era un grande festa gioiosa, con persone di età e nazionalità molto diverse”.
In conclusione, non è che per caso avete qualche novità da darci su Zu e Massimo Volume?
Massimo: “A luglio uscirà un album a nome Zu93 in cui c è anche Stefano che anzi l’ha prodotto e mixato… l’inizio di una gran bella avventura insieme”.
Stefano: “I massimo volume stanno preparando un nuovo disco ma io non potrò esserci. abbiamo fatto un bellissimo percorso assieme, siamo molto legati e li ringrazio con tutto il mio cuore”.
+ INFO su Jessica Moss + Pupillo & Pilia – Klang festival – Montecarotto