Non è uno scherzo. Avete letto bene.
Perché tutto quello che sto per scrivere nasce proprio da quel gesto che ogni mattina, o nell’arco della giornata, ognuno di noi compie e cioè quello di prendere la propria tazza in mano, quella a cui noi siamo affezionati con la quale diamo il via la mattina al nostro lavoro, ad un momento di pausa in compagnia della propria donna, del proprio collega o più semplicemente da soli.
Un tranquillo venerdì sera, parti di casa ricco di aspettative, dopo aver sentito per giorni e giorni colui che da lì a poche ore vedrai davanti a te. Fai un pò di fila all’ingresso, entri, prendi un drink e attivi la modalità chiacchiera. Arriva l’ora di esibire il mio udito alla musica in arrivo, compare una tazza da thè fumante. Ci siamo.
Telecamere piazzate sui suoi strumenti di guerra, entra, saluta il resident che lo ha preceduto col pollice alto, beve un sorso da quella tazza e da avvio al suo live.
Sinceramente per un agnostico come me, accostatosi al mondo della musica elettronica da relativamente poco tempo, credo sia un piacere sentire e vedere un’osannato campione di questa disciplina.
Alcuni rari intoppi, ma comprensibili a mio avviso visto la quantità di “pulsanti” da premere per far sì che uscissero i suoi ottimi pezzi, sento in giro che qualcuno non è completamente soddisfatto, sicuramente ha ragione, sicuramente non ha ragione ma il mio pensiero è che è stato davvero piacevole. Passano alcuni minuti ed arriva la traccia “You” : La sala esplode, la gente urla, applaude, alza le mani in alto, come se avesse vinto la sfida di quella sera.
Tutto questo è Gold Panda. E la sua tazza.
Tutto questo è Dancity Festival, campione nostrano, che ha portato il Panda a Foligno, in una città di provincia.