La storia del Centro Sociale Autogestito TNT, nato nel 1987 a Jesi passa per ben tre occupazioni e si interrompe con la nevicata del febbraio 2012, quando crollò interamente il tetto dello stabile di Via Politi e tutto ciò che si era accumulato in tanti anni di cooperazione sociale andò distrutto. Dopo il crollo, nella ricerca di uno stabile alternativo, abbiamo preso coscienza degli effetti drammatici della politica di dismissione del patrimonio pubblico: nel 2006, con la costituzione della società di cartolarizzazione “Progetto Jesi s.r.l.” il Comune, al fine di risolvere aggiustamenti nel bilancio, mette in vendita (e perde) gran parte delle proprietà immobiliari in suo possesso. Tra queste Villa Borgognoni e la palazzina di Via Gallodoro ex sede ASUR. Questa politica di privatizzazione ha sottratto spazi importanti, patrimonio comune della città, all’uso collettivo e sociale tanto che ad oggi non esiste una risposta per le tante realtà associative e culturali che ne fanno richiesta. Non solo: la crisi del mercato immobiliare crea un ulteriore rischio nella possibilità di messa in svendita degli immobili che lascerebbe spazio a possibili speculazioni. Noi abbiamo scelto, ad aprile del 2012, nella nostra emergenza di “senza tetto” di entrare in uno di questi stabili, tenuto in stato d’abbandono e in attesa (dal 2006) di un improbabile acquirente. Da quel momento il Centro Sociale conosce una radicale evoluzione attraverso un’ apertura alle realtà sociali e culturali della città, diventa lo spazio in cui prende vita un luogo di aggregazione, condivisione e cooperazione.
Un vero e proprio laboratorio di produzione di cultura indipendente nel quale si intrecciano volontariato, impegno nel sociale, sport, arte in tutte le sue forme d’espressione, in una sinergia che sta producendo vera forza creativa che dal basso sviluppa idee, progetti e vere e proprie alternative all’interno delle problematiche della crisi. Nessuno immaginava quanta ricchezza, sommersa nel vuoto di spazi della nostra Città, potesse emergere e diventare vero e proprio motore propulsivo di nuove forme del “fare comune”. Da qui il passaggio da Centro Sociale a Spazio Comune. La nostra volontà è di restituire questo stabile alla libera fruibilità della città, farlo crescere e vivere come spazio indipendente e partecipato. Lo Spazio Comune Autogestito può essere una risorsa importante, che si valorizza sul piano sociale e culturale invece che su quello del profitto privato. L’Amministrazione Comunale, in qualità di “socio unico” di “Progetto Jesi s.r.l.”, può fare una scelta: tutelare gli spazi sociali sottraendoli alla cartolarizzazione e riconoscere la valenza, ancora più preziosa in un tempo di crisi come quello attuale, della produzione culturale indipendente come ricchezza da non disperdere.
Lo Spazio Comune è un bene comune, quindi anche tuo!