Nato negli Stati Uniti, cresciuto in India e attualmente residente a Londra, Sarathy si è formato come suonatore di tabla classica ma è ugualmente a suo agio su una tabla che su una batteria. Ha pubblicato il suo esordio per la prestigiosa Ninja Tune nel luglio 2016 con grande entusiasmo di critica, ora sta registrando il suo attesissimo seguito.
Durante il workshop, Sarathy guiderà una discussione e una dimostrazione sul modo in cui lui stesso esplora le possibilità di trasposizione di ritmi, concetti e vocabolario della musica indiana su strumenti non indiani e mostrerà come impiegare tali tecniche in un contesto di musica contemporanea. Sarà affascinante scoprire ciò che ha costituito la base metodologica per un così eccezionale e fortunato debutto.
https://soundcloud.com/sarathykorwar
L'evento è gratuito e aperto a tutti su prenotazione tramite marche music college.
Jesi Complesso San Floriano P.zza Federico II
dalle ore 10.30 alle 13.30
Info: 3473858569 (Samuele) o tramite mail a marchemusiccollege@gmail.com
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Bio completa:
SARATHY KORWAR
Nato negli Stati Uniti, cresciuto in India ed attualmente residente a Londra. E' un cammino esistenziale in bilico tra tre continenti quello intrapreso dal talentuoso compositore e percussionista Sarathy Korwar.
Dopo aver conseguito nel 2011 una laurea in culture orientali ed africane -con particolare attenzione agli adattamenti ritmici della tradizione popolare indiana- l'abile suonatore di tabla classica e drum-kit si è reso partecipe negli anni a seguire di numerose performance al fianco di grosse firme del panorama jazz internazionale (tra gli altri Karl Berger ed Ingrid Sertso).
Tutto ciò ha consentito a Korwar di salire alla ribalta ricevendo ambiti premi musicali -tra i quali il Rajshekhar Parikh Fellowship come promessa del panorama musicale indiano- nonché l'assoluto privilegio di una esibizione al cospetto del Dalai Lama alla Royal Opera House di Londra.
Adesso, grazie ad una joint venture con la label Ninja Tune, Sarathy fa capolino sul mercato discografico con il suo album d'esordio “Day to day”. Non un debutto improvvisato bensì il frutto di ambiziosi e meticolosi studi sulla contaminazione sonora; dopo aver trascorso un lungo periodo a contatto con la comunità migrante Siddi dell'India meridionale (che partecipa con cori ipnotici ad alcune composizioni del progetto) Korwar rilascia una significativa tracklist di nove brani fondendo la ripetitività dello stile devozionale dei canti sacri, i battiti tribali della poliritmica africana, linguaggio shawili, jazz e persino trame elettro. Un suggestivo box di atmosfere etno-folk in balia di fede ed improvvisazione, un lento avanzare di 'giorno in giorno' tra i raggi di una speranza che si fa largo in un ilare pandemonio strumentale.
Non resta quindi che lasciarsi andare in questo ascolto avvolgente facendosi trasportare altrove, al di là dei confini fisici, come dei veri migranti delle sette note. Korwar ha le carte in regola per materializzare tutto ciò. Lui in fondo migrante lo è davvero.
per completare questa operazione sei pregato di accedere a NERTO