Mauro Ermanno Giovanardi con il tour LA MIA GENERAZIONE,
con lui sul palco ospiti femminili di grande talento: Rachele Bastreghi, Cristina Donà, Ginevra Di Marco, Mara Redeghieri
- KLANG - Altri suoni, altri spazi festival è organizzato da AMAT e Loop Live Club con il contributo della Regione Marche e del MiBACT nell'ambito di TeatrOltre
tickets online:https://www.vivaticket.it/ita/event/mauro-ermanno-giovanardi-la-mia-generazione-tour/107934
La data di Pesaro – proposta nell'ambito di TeatrOltre e Klang altri suoni altri spazi, su iniziativa del Comune di Pesaro con AMAT e in collaborazione con il Loop - è un omaggio privilegiato al suo pubblico che lo vede sul palcoscenico in compagnia di quattro raffinate interpreti femminili che più hanno fatto la storia di quella stagione come Ginevra Di Marco degli storici CSI, Mara Redeghieri ex frontwoman degli Üstmamò e ritornata da poco sulle scene dopo 15 anni, Cristina Donà da sempre legata a un doppio filo con i La Crus, e Rachele Bastreghi voce dei Baustelle, figli legittimi di quella scena, presente nel disco con un duetto in Baby Dull.
La mia generazione è un pegno d'amore con cui l'artista vuole celebrare una stagione musicale irripetibile, quando sia l'industria discografica che il pubblico recepirono il messaggio che l'idea di un rock cantato finalmente italiano, originale, libero da imitazioni di omologhe esperienze straniere, non fosse più un'eresia ma una realtà. In questo disco Giovanardi ripercorre, evitando qualunque accenno nostalgico a quei tempi e con l'aiuto di ottimi musicisti (tra cui Davide Rossi), alcuni brani storici di Afterhours, Marlene Kunz, Subsonica, Neffa, Casinò Royale e tanti altri, accompagnandosi anche ad alcuni protagonisti di quella stagione: Manuel Agnelli, Rachele Bastreghi, Emidio Clementi e Cristiano Godano e Samuel. Ognuno chiamato a interpretare un pezzo iconico della scena di quegli anni, in un gioco di specchi in cui nessun artista canta il proprio brano. Dal vivo è accompagnato in questo viaggio musicale di grande fascino dai talentuosi musicisti Marco Carusino (chitarre), Lele Battista (tastiere), Alessandro Gabini (basso) e Leziero Rescigno (batteria).
"L'idea che mi girava in testa da un po' di tempo – afferma Giovanardi -, era quella di rileggere la scena musicale degli anni '90. Una stagione irripetibile in cui un gruppo di musicisti, me compreso, dopo aver vissuto e imitato certi modelli stranieri, perlopiù anglofoni, ha sentito che era arrivato il momento di parlare al pubblico nella nostra lingua. Che era necessario farsi capire. Scrivere in italiano ed essere credibili. Fu un momento importantissimo, una congiunzione astrale davvero unica. Cambiò tutto nel giro di pochi mesi. C'era la voglia di cercare un dialogo più forte con il pubblico e di affrancarsi da certi cliché. Tutto questo creò un effetto deflagrante. Da qualche centinaio di persone, in brevissimo tempo diventarono migliaia che cantavano insieme a noi le nostre paure e i nostri sogni. Un'esperienza pazzesca".
da Sentireascoltare
"Oggi non è solo il ricordo di ieri quindi, ma un’onda lunga che parte da quei momenti e passando per il fatidico Crocevia dei La Crus – con gli Afterhours e i CCCP accanto ai Fossati, ai De André, ai Gaber, di nuovo ai Conte e ai Tenco – e per tutto il percorso di Mauro Ermanno Giovanardi arriva al 2017, con questo progetto che vede il cantante milanese alla prese con i brani della sua generazione, quella che ha svecchiato l’intero panorama della musica nazionale. Che un disco come questo, in i cui brani di partenza passano dal rock di Marlene Kuntz e Afterhours al trip-hop dei Casino Royale e vocalmente dal rap di Neffa al salmodiare di Giovanni Lindo Ferretti e al canto della Donà, nascondesse delle insidie, era fin troppo evidente. Su tutte, un rischio scritto a caratteri cubitali, AUTOINDULGENZA. Gio, con i suoi musicisti, aggira tutto mettendoci molta passione ma soprattutto molto metodo.
Nessuna scelta facile tanto per cominciare. Nessuna “attualizzazione”, semmai il suo contrario: è un filo fatto di blues, Nick Cave e Morricone, vecchie passioni dai tempi addirittura dei Carnival of Fools, che unisce Aspettando il sole di Neffa, Lieve dei Marlene Kuntz, Forma e sostanza dei CSI o l’autocover di Nera Signora, ma anche Il primo Dio dei Massimo Volume e Stelle buone di Cristina Donà. Nessun duetto: molti degli autori di queste canzoni sono anche ospiti, però nessuno impegnato sui propri brani, solo su quelli degli altri, con accoppiamenti studiati e voluti (Agnelli per i Ritmo Tribale, Godano e Clementi per i CSI) in ossequio a un’idea più collettiva che individuale. E input che arrivano dall’interprete ma ispirandosi agli originali, per alcune delle rese più interessanti: l’influenza beatlesiana amplificata negli Afterhours di Non è per sempre e il rock and roll à la Iggy Pop (o alla Gun Club?) in cui è virata Huomini dei Ritmo Tribale.
Il disco ha indubbiamente un suo sound originale. Mauro Ermanno Giovanardi, rispettando le canzoni e gli artisti che le hanno create, se ne è impadronito come ogni vero interprete deve (saper) fare."
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