Da qualche anno non è dicembre se Bartolini non viene in Osteria! Questa volta leggerà (in italiano) l’opera poetica di Tonino Guerra “Il miele”, e non vediamo l’ora!
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“Tutto per Tonino Guerra si trasforma in racconto e in poesia: a voce o per scritto o nelle sequenze del cinema, in prosa o in versi, in italiano o in romagnolo.
C'è sempre un racconto in ogni sua poesia; c'è sempre una poesia in ogni suo racconto.
E poesia vuol dire un'esperienza precisa e concreta e inaspettata, con dentro un sentimento e con l’accento d’una voce che ti parla.
Per queste ragioni Il miele è un libro che diventa sempre più bello ogni anno che passa, e tra cent'anni tutti impareranno il romagnolo per leggere nell’originale le giornate dei due vecchi fratelli.”
Italo Calvino
Un moto a lungo meditato e infine tradotto in un atto improvviso, quasi d’impulso, porta il protagonista de Il miele ad allontanarsi dalla città e a tornare nel suo paese prendendo un treno in corsa. È un ritorno ai luoghi dell’infanzia e all’unico affetto familiare rimasto, il fratello.
Tornare al paese natale significa recuperare la lingua materna intrisa di terra, di oggetti consunti, di esperienze e memorie che dal nucleo familiare risalgono attraverso le generazioni nella profondità di un mondo che non esiste più: il mondo contadino, perpetuato per secoli e distrutto in pochi decenni.
Gli anni in cui Guerra scrive questo libro precedono di poco il suo abbandono di Roma, dove si era trasferito nei primi anni ’50, per tornare a Sant’Arcangelo di Romagna e stabilirsi infine a Pennabilli, il paese delle estati dell’infanzia. Il ritorno al luogo delle origini equivale per lui al ritorno alla poesia e al recupero del dialetto, dopo un decennio in cui si era dedicato alla sceneggiatura e alla narrativa in lingua.
Bartolini leggerà i canti di quest’opera immensa per riportarci là dove stanno le nostre radici. Là dove sta la poesia!
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