Quando abbiamo smesso di costruirci le nostre case? Sappiamo molto dell’abitare informale, illegale, marginale del mondo non occidentale ma da “noi” cosa succede?
Viviamo tutti uniformati in famiglie mononucleari all’interno di appartamenti in affitto o comprati? Questo saggio antropologico ed etnografico analizza le forme dell’informalità dell’abitare in occidente. Un occidente che troppo spesso viene visto
come uniforme e monolitico mentre uno sguardo attento può trovare le tante possibilità di fuga praticate nelle più diverse forme.
Andrea Staid dopo aver viaggiato per anni nel sud-est asiatico, aver osservato i modi dell’abitare in oriente ha deciso di mettersi al lavoro su un campo di ricerca occidentale.
Si è mosso tra Europa e Stati Uniti nelle più differenti esperienze abitative, dalle case occupate italiane, alle case sugli alberi in Germania, dagli accampamenti rom e sinti del nord Italia, alle case autocostruite in Spagna. Ma non solo: eco villaggi e comuni, cohousing, wagenplatz e squatter, nomadi e vagobondi.
Una ricerca che decostruirà le certezze sull’abitare del così detto primo mondo, scritta con la passione dell’attivista e il rigore dello studioso.
Presentazione del libro: ore 21.15 presso Spazio Autogestito Arvultùra - Sarà presente l'autore Andrea Staid.
Lo abbiamo conosciuto l'anno scorso quando ci ha portato il reading musicale Arditi del Popolo e abbiamo letto la sua ricerca etnografica delle nuove migrazioni in Abitare illegale e Dannati della metropoli.
Questo è il suo terzo volume per Milieu Edizioni ed uscirà a Marzo 2017.
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