Quasi 5500 miliardi di pezzi di plastica galleggiano nei mari di tutto il mondo. Circa trecentomila tonnellate, cinquanta grammi per ogni essere umano presente sulla Terra. Numeri in continua, esponenziale crescita: si stima che nel 2050 il peso delle plastiche in mare supererà quello dei pesci. Queste sono le dimensioni del problema ‘rifiuti di plastica’ nell’oceano.
Negli ultimi anni il tema ha conquistato un interesse crescente e in molti, dal papa all’Onu, dalle stelle di Hollywood alla Commissione Europea, hanno sollecitato attenzione e soluzioni. Ma l’argomento resta ancora poco conosciuto.
Per quanto riguarda il Mare Adriatico un recente studio realizzato da sette istituti di ricera e da nove paesi interessati (Italia, Albania, Bosnia e Erzegovina, Croazia, Grecia, Montenegro, Montenegro. Slovenia) ha evidenziato quanto sia critica la situazione: i residui di plastica sono presenti nel 91% dei 70 mila campioni di sabbia analizzati, su un totale di 18 mila km di coste.
Quindi un tema fondamentale che chiama in causa il futuro dei nostri mari, ovviamente la salute di tutte le speci viventi e ha anche implicazioni economiche, in relazione alla pesca, all’industria turistica.
Una questione che verrà dibattuta mercoledì 8 novembre alle ore 21 al Centro Sociale l’Arvultura con la presentazione del libro di Franco Borgogno “Un mare di plastica”, Nutrimenti edizioni. L’autore, giornalista, fotografo e guida naturalistica, ne discuterà con Stefania Gorbi, ricercatrice dell’Università Politecnica delle Marche, che nel 2016 ha condotto una prima mappatura della plastica nel Mediterraneo.