"Quando hai desiderato cosi tanto fare il cinema, nel momento in cui ti trovi a fare il tuo primo film, entri in una dimensione di totale autoesaltazione, dannosissima per te, per chi è costretto a viverti vicino ma sopratutto per il film che stai facendo."
Pupi Avati
Il cinema dell'autore bolognese si è sempre caratterizzato per tematiche legate alla famiglia e al ricordo, trasportando sullo schermo storie legate all'infanzia e ai ricordi familiari.
Ma Avati non ha mai nascosto la grande passione per un altro genere, completamente differente da quello in cui in qualche modo si è "specializzato", cioè il cinema fantastico. Talvolta spiazzante per il suo pubblico, un genere che ricorre nella sua filmografia con titoli oscuri, come “La casa dalle finestre che ridono” e “Zeder” accanto a titoli più rassicuranti come “La mazurka del barone, della Santa e del Fico Fiorone” e “Storia di ragazzi e ragazze”.
E' proprio questo lato oscuro, quasi un alter ego cinematografico della sua filmografia, che vogliamo andare a scoprire questo mese. Bolognese di nascita con la passione per il jazz (era infatti un promettente clarinettista) e dell'esoterismo, fin dalle sue prime opere ha espresso il suo amore per il fantastico e l'irrazionale, anche nelle storie più rassicuranti della sua carriera.
GIOVEDI 5
-Tutti defunti... tranne i morti (1977)
GIOVEDI 12
-Zeder (1983)
GIOVEDI 19
-L'arcano incantatore (1993)
GIOVEDI 26
-Il nascondiglio (2007)
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