Violinista di estrazione classica e laureato filosofo, certo; ma anche: teppista del breakbeat, violentatore di scale armoniche, visionario di un geniale pop dell’anno 3000 tra mutazioni di stili e degenerazioni lisergiche. Prima la Planet Mu di Mike Paradinas (“Pro Agonist” del 2005, “Tim Exile’s Nuisance Gabbaret Lounge” del 2006) e poi la grande Warp (“Listening Tree”, 2009) lo hanno voluto con sé, e sono dischi di enorme spessore. Ma è ancora di più dal vivo che Tim Exile va affrontato: istrionico e mefistofelico, molto sorridente ed incredibilmente coinvolgente.
Violinista di estrazione classica e laureato filosofo, certo; ma anche: teppista del breakbeat, violentatore di scale armoniche, visionario di un geniale pop dell’anno 3000 tra mutazioni di stili e degenerazioni lisergiche. Prima la Planet Mu di Mike Paradinas (“Pro Agonist” del 2005, “Tim Exile’s Nuisance Gabbaret Lounge” del 2006) e poi la grande Warp (“Listening Tree”, 2009) lo hanno voluto con sé, e sono dischi di enorme spessore. Ma è ancora di più dal vivo che Tim Exile va affrontato: istrionico e mefistofelico, molto sorridente ed incredibilmente coinvolgente.
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