Lay Llamas

gruppo musicale
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Partenza|Perlustrazione|Ritorno

“Aprile 2006 d.C.. Durante una delle innumerevoli perlustrazioni all’interno dell’area archeologica di Selinunte (650 a.C. – 409 a.C.), superato ad ovest il promontorio dell’Acropoli, raggiungo il Santuario della Malophòros: luogo di culto dove i coloni greci consumavano sacrifici animali al fine di ingraziarsi il favore della dea Demetra e sosta obbligata per i cortei funebri che conducevano i defunti alla necropoli di Manicalunga. Proprio nelle vicinanze dell’altare centrale trovo questo piccolo volume, molto rovinato e con pagine mancanti o danneggiate, che racconta di un’antica e misteriosa popolazione - è preferibile non svelarne il nome - vissuta nella zona occidentale dell’attuale Nigeria durante l’ultimo quarto del secolo XI d.C., ma le cui origini rimangono avvolte nel mistero. Antiche leggende parlano delle Ande peruviane. Le pochissime notizie a disposizione riferiscono una conoscenza, assolutamente incredibile per l’epoca, delle scienze astronomiche e la consuetudine di praticare complessi rituali in occasione di periodiche congiunzioni astrali. Durante queste cerimonie l’intera tribù cadeva in una strana forma di morte apparente al risveglio dalla quale alcuni degli officianti scomparivano misteriosamente. Così facendo nel giro di qualche decennio questa società tribale scomparve del tutto. L’anno 1092 d.C. segna la data dell’ultima cerimonia. I pochi reperti rinvenuti riportano quattro cifre: 2, 0, 9 e 5.

La miscela sonora allucinogena e fluorescente di Lay Llamas ripercorre quelle stesse lande spaziotemporali. Fra spiritualità meticcia e suoni da foresta siderale, esotismi immaginati e venerabili artigiani del Suono. Marcia lenta e cadenzata di antichissimi guerrieri in perlustrazione su pianeti sconosciuti alla ricerca di taumaturgici corsi d’acqua: SPACE JUNGLE MANTRA.”

Nicola Giunta/LAY LLAMAS

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“Aprile 2006 d.C.. Durante una delle innumerevoli perlustrazioni all’interno dell’area archeologica di Selinunte (650 a.C. – 409 a.C.), superato ad ovest il promontorio dell’Acropoli, raggiungo il Santuario della Malophòros: luogo di culto dove i coloni greci consumavano sacrifici animali al fine di ingraziarsi il favore della dea Demetra e sosta obbligata per i cortei funebri che conducevano i defunti alla necropoli di Manicalunga. Proprio nelle vicinanze dell’altare centrale trovo questo piccolo volume, molto rovinato e con pagine mancanti o danneggiate, che racconta di un’antica e misteriosa popolazione - è preferibile non svelarne il nome - vissuta nella zona occidentale dell’attuale Nigeria durante l’ultimo quarto del secolo XI d.C., ma le cui origini rimangono avvolte nel mistero. Antiche leggende parlano delle Ande peruviane. Le pochissime notizie a disposizione riferiscono una conoscenza, assolutamente incredibile per l’epoca, delle scienze astronomiche e la consuetudine di praticare complessi rituali in occasione di periodiche congiunzioni astrali. Durante queste cerimonie l’intera tribù cadeva in una strana forma di morte apparente al risveglio dalla quale alcuni degli officianti scomparivano misteriosamente. Così facendo nel giro di qualche decennio questa società tribale scomparve del tutto. L’anno 1092 d.C. segna la data dell’ultima cerimonia. I pochi reperti rinvenuti riportano quattro cifre: 2, 0, 9 e 5.

La miscela sonora allucinogena e fluorescente di Lay Llamas ripercorre quelle stesse lande spaziotemporali. Fra spiritualità meticcia e suoni da foresta siderale, esotismi immaginati e venerabili artigiani del Suono. Marcia lenta e cadenzata di antichissimi guerrieri in perlustrazione su pianeti sconosciuti alla ricerca di taumaturgici corsi d’acqua: SPACE JUNGLE MANTRA.”

Nicola Giunta/LAY LLAMAS

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